mercoledì 10 marzo 2010

La simulazione incarnata e imitativa e i circuiti del come sè

Secondo le recenti posizioni dell’infant reserch, si è accertato che il neonato, ma ciò vale anche per il feto, non è affatto immerso in uno stato di isolamento. Al contrario è predisposto geneticamente fin da subito a una interazione selettiva con l’ambiente che lo circonda, anche se con risposte approssimative di natura emotiva(1) ancora stereotipate e apparentemente semplici. Tutto ciò senza dover per forza postulare, come fa il cognitivismo, l’esistenza del pensiero simbolico come predisposizione innata (Spelke 1990) o ipotizzare uno stato di caos percettivo iniziale come sostenuto dal comportamentismo o da Piaget. In particolare, l’imprinting alla socializzazione sembra essere favorito da moduli funzionali specifici innati come quelli imputati alla naturale predisposizione attentiva rivolta ai volti, all’imitazione precoce e alla sincronia interattiva. La simulazione precoce dell’altro, che coinvolge direttamente i circuiti senso-motori e affettivo-motori del corpo in modo riflesso ad opera dei processi imitativi innati, produce una primordiale esperienza di condivisione empatica con l’altro, una “risonanza diretta”, fornendo le basi neurologiche a una proto Teoria delle altre menti.
Con l’evoluzione dello sviluppo “la simulazione incarnata non sarà l’unico meccanismo che sottende la comprensione delle emozioni. Gli stimoli sociali possono essere compresi anche sulla base della esplicita elaborazione cognitiva dei loro aspetti visivi. Questi due meccanismi non sono mutualmente esclusivi. La simulazione incarnata (enbodyment), probabilmente il meccanismo più antico da un punto di vista evolutivo, è tipicamente esperienziale, mentre il secondo meccanismo si configura come l’interpretazione cognitiva di uno stato di cose esterno al soggetto (funzione riflessiva). L'ipotesi è che la simulazione incarnata costituisca uno stadio necessario per il corretto sviluppo di strategie cognitive sociali più sofisticate” (p. 243, Gallese 2006).
Alle regole della simulazione incarnata sono riconducibili sia le mappe neuroniche del come sé di Damasio e quelle imitative di Gallese, originando probabilmente dalle stesse mappe degenerate e altamente integrate di frames di neuroni sincronizzati. Anche se i circuiti di Damasio manifestano una maggiore predisposizione volontaria, mentre in quelli di Gallese prevale l’aspetto imitativo riflesso indotto implicitamente dalla presenza di un soggetto esterno. Ciò testimonierebbe da un punto di vista ontogenetico della primitiva origine di questi ultimi rispetto a quelli di Damasio. Quest'ultimi infatti richiedono la presenza della corteccia frontale e della memoria di lavoro oltre che di un pensiero rappresentazionale simbolico astratto cosciente o subcosciente già sviluppato. Tutte proprietà acquisibili soltanto negli anni successivi alla nascita.

note
1)Vedi ad esempio la via breve di Le Doux e la memoria valore-categoria o ideo-affettiva di Edelman

Nessun commento:

Posta un commento